Si narra che una giovane Malaspina delle terre di Fosdinovo, il cui nome non è accertato, si fosse innamorata di uno stalliere. Ella era bella e lui, nonostante fosse uno stalliere, era di modi gentili, garbato e sempre rispettoso verso la giovane signora. L’amore giovanile sbocciò tra i due e riuscivano ad incontrarsi nei pressi del casello, nei boschi e in luoghi nascosti; era un amore che doveva rimanere nascosto, perché all’epoca, soprattutto se si faceva parte di un ceto importante lo sposo o la sposa venivano scelti dal padre e mai si sarebbe scelto una persona di ceto inferiore. I due giovani decisero quindi di fuggire insieme nel momento in cui lei avesse compiuto sedici anni. La festa del compleanno della giovane si sarebbe tenuta da lì a pochi giorni e quando arrivò la giovane era vestita con un delizioso abito e attirò gli interessi di molti uomini, tra i quali un figlio illegittimo di un duca della pianura padana.
Attorno a lei il genitore stava tessendo trame per matrimoni fruttuosi, ma lei ignara sorrideva ed era felice ai pensieri di fuggire da lì a poco. Non si sa come o chi tradì la giovane, ma quando il padre seppe dello stalliere le intimò di andare, per un certo tempo in un convento di clausura per espiare le proprie colpe, ma ella rifiutò. Venne quindi rinchiusa in una stanza del castello priva di porte e finestre, unico contatto col mondo una botola sul soffitto dalla quale veniva calato il cibo, assieme a lei fece rinchiudere anche un cane, simbolo di fedeltà al suo amato ed un cinghiale a significare lo spirito indomito della ragazza. I tre non sopravvissero molto a quella vita e per quanto riguarda il giovane stalliere, si narra che fosse stato catturato dal Marchese e gettato in uno dei trabocchetti del castello dove morì. Si racconta che nelle notti di luna piena si possa vedere apparire una giovane donna vestita di bianco aggirarsi per il castello.
Forse la storia non è del tutto inventata, recenti scavi hanno ritrovato, in un spazio angusto, le ossa di una donna, di un cane e di un cinghiale.
