Il luogo dove sorge la fortezza della Brunella era di grande importanza strategica perchè controllava l’incrocio fra la strada della Cisa e quella per la Garfagnana.

Le prime opere difensive risalgono al Duecento, ma fu alla fine del XV secolo, che venne costruito l’odierno edificio, tipico esempio di forte transizione. Non è noto chi lo abbia voluto, ma molti indizi fanno presumere che il committente sia stato il marchese Jacopo Ambrogio Malaspina, anche se i lavori giunsero a termine per la volontà prima di Giovanni dalle Bande Nere e poi di Adamo Centurione.

Solo nel 1553 la Brunella fu completata e pronta ad accogliere una numerosa guarnigione. S’ignora anche chi l’abbia progettata, sebbene molte analogie con la fortezza di Civita Castellana facciano pensare ad uno dei da Sangallo o alla loro scuola. La Brunella fu al centro dei conflitti fra Medici e Malaspina che si contendevano il controllo della Lunigiana. Oggi ospita il museo di storia naturale della Lunigiana, che espone collezioni di minerali, erbari ed esemplari faunistici di questa regione geografica. Sulla Brunella aleggia una complessa e ben articolata leggenda: si narra che nel 1635 un gruppo di soldati murò nell’interrato alcuni forzieri. Il contenuto di quelle casse era conosciuto solo dal governatore e dall’ufficiale che comandava il contingente, ma pare che celassero oro destinato ad assoldare truppe e a corrompere la guarnigione. Era, infatti, in corso un complotto finalizzato a strappare il forte al Granducato di Toscana. La trama però naufragò sul nascere e il tesoro rimase sepolto nei sotterranei. Verso la metà del XVIII secolo un certo Luigi Calandrelli, venuto a conoscenza del punto preciso dov’era posto l’oro, assoldò due muratori che, seguendo le sue direttive, abbatterono un muro che occultava un cunicolo. Lo percorsero per circa 200 metri fino a quando si trovarono di fronte un’altra parete; iniziarono a demolirla, ma qualcosa li terrorizzò, così fuggirono, riferendo poi a Calandrelli che due soldati armati di spada, li spaventarono. Dopo qualche giorno furono convinti a riprendere il lavoro ma, immediatamente, riapparvero gli armigeri che li costrinsero a ricostruire ciò che avevano abbattuto e quindi ad andarsene per sempre. Questi misteriosi guardiani sarebbero stati gli spiriti dei soldati, immolati per proteggere il tesoro.

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