A Codiponte si narra che prima dei Malaspina, abitasse un capitano di ventura lucchese di nome Cillà, un mostro sotto vari aspetti e che amava fare feste nudiste, come faceva il Marchese di Trschietto. Amando le belle donne esigeva che queste partecipassero alle sue feste e coloro che si rifiutavano venissero messe a morte. Si racconta che Cillà, facesse vedere i diavoli ai poveri ignoranti del paese, per tenerli a distanza e quando morì venne rapito proprio da un diavolo. La sua bara fu trovata vuota e riempita di legna.

Sembra che questa storia sia tuttavia frutto di una fantasia popolare e che sia del tutto ingiusta nei confronti di quest’uomo. Visse veramente un uomo chiamato Cilla e non Cillà, fu un medico nato nel 1776, diventò ufficiale dai dragoni e fece velocemente carriera. L’uomo sposò una cantante lirica, condusse una vita normale, ma la passione per la scienza e una certa irreligiosità, lo trasformarono, nell’immaginario collettivo, in una sorta di mostro.

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