Ogni angolo della Toscana ha le sue streghe: si ritrovano nelle leggende, nelle favole, nelle tradizioni popolari. Abitano nei boschi, fra le rovine dei castelli, vicino a sorgenti e in ogni altro luogo che abbia un aspetto singolare. La massima concentrazione delle adepte di Satana, si riscontra nelle zone di montagna e nelle aree rurali, più lontane dai centri urbani, seppur anche questi non siano esenti dal fenomeno.

Ogni provincia ha le sue streghe, ma in Lunigiana si evidenziano per numero e abbondanza di tipologie.

Si affiancano alle streghe, gli “streghi”, autori di danze ed inquietanti luminare notturne. Sono assimilabili alle fattucchiere, sebbene su di loro vi siano diverse teorie: per alcuni, non sono altro che demoniche megere che durante la notte si trasformano in lucine che brillano tra i rami dei noci, per altri invece, sono spiriti malvagi che fanno deperire i bambini fino a condurli alla morte.

Spesso le streghe, per non dare troppo nell’occhio, si trasformano in animali disgustosi: rospi, cagne a pelo scuro, cornacchie o gatti neri.

Una terra di stregoni in Lunigiana è lo Zerasco, il quale vanta un numero incredibile di racconti popolari sul tema. Si narra, ad esempio, che a Campodonia vi fosse un gran cerro, attorno al quale si ritrovano di notte, i seguaci di Satana, che improvvisano danze e cerimonie.

In più, molte fattucchiere ed incantatori abitavano a Monte di Lama e una volta, uno di loro, consentì ad un giovane che lavorava in Corsica, di volare fino a Zeri per vedere l’amata. Lo spasimante, grazie ad un unguento magico, riuscì a trasformarsi in gatto e ad introdursi nella camera da letto della fanciulla, ma non fu una bella idea, perchè ci rimise una mano e scoprì che la “morosa” lo tradiva con un altro uomo.

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