Tresana è dominata dai ruderi assai suggestivi dell’antico castello con la torre del cassero, a pianta quadrata, e le rovine di due torrioni cilindrici. Castello e borgo erano già noti nel XII secolo quando Federico Barbarossa li cedette a Obizzano Malaspina, signore di Mulazzo.

In seguito Tresana fece parte del feudo di Giovagallo, per poi divenire nel 1560, un marchesato indipendente. Questo minuscolo stato ebbe dall’imperatore Massimiliano II il privilegio di battere moneta. La zecca, che rimase attiva fino al 1626, si specializzò nel coniare monete false di diversi stati. I responsabili furono presto individuati nel francese Jean Angles e nel luogotenente del feudo. I due furono prontamente condannati a morte, ma riuscirono a fuggire.

Il feudo passò poi al fiorentino Bartolomeo Corsini, che lo acquistò per 123.000 lire e la nuova dinastia regnò su Tresana fino al 1797, anno dell’occupazione francese della Lunigiana.

Fra le diverse leggende che aleggiano su queste borgo, ve ne è una che ha per protagonista il fantasma di un soldato. Ogni notte l’inquietante presenza appariva vicino alla porta della Sultana per terrorizzare, col suo fare minaccioso, i rari passanti.

Un’altra storia narra che sotto la torre maestra vi sarebbe un trabocchetto chiamato “ruglin“. I malcapitati che un tempo vi cadevano, fiondavano in uno stretto cunicolo ove erano smembrati da lame taglienti. I loro miseri resti precipitavano poi sulle sponde del torrente Osca, che provvedeva a trascinarli lontano. La fola ha un riscontro nella vicina Barbarasco ove si dice che lungo quel corso d’acqua ci si può imbattere nella “menada”: le anime dei disgraziati che furono uccisi nel castello di Tresana.

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